[fusion_text]Rientro a scuola: 4 cose da fare per aiutare i bambini nel distacco
Il rientro a scuola per molti bambini può essere un momento particolarmente stressante, poichè coincide con la fine di un periodo di vacanza, caratterizzato dalla presenza più o meno costante dei genitori, e con l’inizio di un periodo in cui dovranno confrontarsi con più doveri e con un rispetto delle regole più strutturato. Per alcuni bambini, però, il rientro a scuola può essere particolarmente stressante poichè fanno un po’ più fatica degli altri nel distaccarsi dai genitori. E’ importante allora che genitori sappiano come aiutarli, in modo da far sì che questo momento resti appunto solo stressante e non diventi traumatico, nè occasione per favorire un evitamento, al fine di proteggere il bambino dal disagio, che però porterebbe solo ad indebolirlo.
Ci tengo a chiarire subito un aspetto centrale: i bambini devono imparare a fare i conti con lo stress e con la frustrazione del non poter fare ed avere tutto ciò che vogliono, compreso il disagio di non poter provare sempre emozioni positive. Vivere situazioni frustranti, infatti, rinforza i bambini e non il contrario! Spesso mi ritrovo a parlare con genitori, tra le famiglie che seguo, che tendono a pensare che far vivere ai propri figli situazioni spiacevoli possa traumatizzarli. In realtà gli sforzi, le difficoltà, la frustrazione, se ben calibrati e adeguati naturalmente, non fanno male, ma al contrario rinforzano le capacità del bambino e aumentano la sua autosima.
Abbiamo erroneamente creduto, anche a causa di correnti psicologiche mal interpretate, che l’autostima dei nostri figli si favorisca con il dire loro che sono bravi, complimentandosi perchè sanno fare delle cose. Sbagliato: l’autostima dei nostri figli aumenta quando riescono a fare da soli e a superare le difficoltà. Certo il complimentarsi perchè ci sono riusciti è importante, non fa che mettere la ciliegina sulla torta, ma il fattore centrale che fa sì che un bambino si senta capace e forte, è dato dalla possibilità di verificare che questo sia vero.
Tornando alla scuola: per alcuni bambini che fanno fatica a sperimentare la frustrazione di stare lontano dai genitori, o semplicemente di dover stare a delle regole condivise, il rientro a scuola può rappresentare un problema. E allora vediamo come possiamo aiutare i bambini (e i genitori) che restano attaccati piangenti alla gamba di mamma sul cancello della scuola, con tutta una serie di conseguenze intuibili.
PRIMO: Avere fiducia. E’ fondamentale che il genitore si fidi delle persone a cui affida il proprio figlio, perché i bambini avvertono se la propria mamma o il proprio papà sono “tranquilli” nel lasciarlo oppure no. A questo scopo sarebbe opportuno riuscire a conoscere in anticipo gli insegnanti, se non è stato possibile, chiedere un colloquio conoscitivo a breve termine, con il semplice scopo di conoscersi. Infatti, più il genitore conosce, più si fida e più riuscirà a trasmettere al bambino il messaggio “Ti lascio in buone mani”.
SECONDO: comprendere e rassicurare. E’ fondamentale non criticare o deridere il disagio del bambino (anche se a noi sembra che abbia paure infondate), con frasi del tipo “Smettila dai che non è nulla di così drammatico, sei grande ormai!”. Sarebbe auspicabile, invece, farlo sentire compreso con frasi del tipo “Capisco che non vorresti lasciarmi, adesso ti senti triste, ma pian piano starai meglio e ti abituerai”. Frasi di questo tipo trasmettono al bambino 2 messaggi importanti: “ E’ normale ciò che provi e puoi provarlo” e allo stesso tempo “Mi fido che tu ce la puoi fare a superare la situazione, sei abbastanza forte per farcela!”
TERZO: evitare di fargli saltare la scuola. E’ deleterio per il bambino toglierlo dalla situazione frustrante, per poi riportarlo dopo qualche giorno. Primo perché significa fargli rifare lo sforzo emotivo tutto da capo, inoltre perchè trasmetteremmo il messaggio “Si effettivamente è una situazione troppo stressante per te, così tanto che devo portarti via”, rendendo il ritorno a scuola ancora più spaventoso e la percezione di se stesso come debole e incapace ad affrontarlo.
QUARTO: fidarsi delle capacità del bambino. I bambini sentono quanto i genitori si fidano di loro, spesso si sentono capaci se i genitori credono che lo siano e al contrario possono percepirsi deboli se si accorgono che i genitori hanno dubbi sulle loro potenzialità. Per riuscire a trasmettere loro messaggi di fiducia, può funzionare ripetere a se stessi che “Ce la farà, ha tutte le capacità per farcela”, anche quando ci sembra davvero molto difficile. Per le persone più “visive”, può funzionare anche utilizzare le immagini: provate a visualizzare un futuro positivo, ossia immaginate vostro figlio quando tra 3 mesi sarà riuscito ad ambientarsi e mantenete questa immagine nella vostra testa quando lo si accompagna, può aiutare molto a trasmettergli l’idea che “mamma e papà credono che io ce la farò e che tra un po’ starò meglio”, con una carezza all’autosima non da poco.
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di incredibile aiuto come sempre.la ringrazio soprattutto per le strategie consigliate per affrontare il DOP. Mio foglio ha 9 anni e il suo disturbo ci fa soffrire tanto
Di incredibile aiuto come sempre
Articolo molto interessante. Gli insegnanti , spesso inizialmente, soprattutto per le classi iniziali, devono gestire urla, pianti, addirittura rassicurare genitori i quali sembra affidino i figli nelle mani di persone incapaci e incompetenti.
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È proprio vero! Oggi ricomincia la scuola e mio figlio Lorenzo di 5 anni quindi al terzo anno, mormora ancora “ma io a scuola non voglio andare”. Noi genitori e dalla settimana scorsa che gli diciamo che le vacanze son finite, che ora tutto torna alla normalità alimentando in lui la voglia di rincontrare i suoi amici, le sue insegnanti e che tutti lo stanno aspettando. Così stamattina era un po’ più sereno, ci siamo salutati con un bacio e un po’ di malinconia…
L’articolo è molto interessante e l’ho trovato utile. Tuttavia sulla questione inerente al fatto che vivere situazioni frustranti possa sempre e comunque rinforzare le capacità dei bambini e aumentarne l’autostima, ho qualche perplessità: credo che si debba valutare caso per caso e, comunque, che debba essere specificata la situazione stressante in quanto tale per evitare che qualcuno sottoponga volutamente il proprio figlio a vivere situazione spiacevoli con il pretesto d’ “insegnargli a vivere”.
Davvero illuminante. Grazie
Si condivido pienamente quanto detto nell’articolo ma soprattutto quando viene sottolineata la fiducia. Fiducia dei genitori nelle insegnanti, fiducia nel bambino. È essenziale accompagnare i genitori nel mondo del bambino, dal momento che a loro volta sono stati bambini.
Buongiorno, condivido molto quello che hai pubblicato , come insegnante mi trovo spesso davanti a genitori che però non prestano ascolto alle ragioni per cui il loro figlio piange prima di entrare a scuola.Per esempio io ho un alunno (2a primaria) che tutte le mattine piange perché cosciente di non avere o non aver fatto ciò che le ins. hanno a lui richiesto: per esempio l’esercizio o il materiale scolastico. I genitori danno la colpa alla baby sitter . Non voglio andare oltre ….. Scusa se non sempre commento i tuoi articoli , ma ti ringrazio perché mi sei davvero di aiuto nella mia professione sempre più complicata ! Ciao !!! Buona giornata! C.Loredana
Leggere questo articolo aiuta molti genitori a supportare i loro figli, ma non tutti sono sensibili, capaci a mettersi in gioco; loro si trincerano dietro il falso ruolo di adulti nascondendo ai loro figli le paure le frustrazioni personali e assumono un atteggiamento scostante, arrogante e superficiale. Le insegnanti devono purtroppo gestire non solo i bambini minori, ma “gestire”gli adulti genitori”.
Sicuramente molto utile, grazie.
Ma come aiutare un genitore che accontenta il figlio di 2 anni e mezzo che richiede di vedere i cartoni anche nel cuore della notte? I genitori lo assecondano rimanendo svegli con lui di notte a guardare i cartoni finchè si riaddormenta.
Cosa possono dire/fare le insegnanti con questi genitori???????
Davvero molto utile … dovrebbe essere pubblicato nelle scuole o dato come volantino a tutti i genitori di tutte le scuole 🙂 grazie.
Incredibile ma vero, la dirigente della scuola primaria che frequenta mio figlio, nn sapendo come contenere e trattenere a scuola mio figlio di 9 anni, lo ha allontanato dalla scuola x 1 settimana…