L’ansia nei bambini: ossessioni e rituali

L’ansia nei bambini: ossessioni e rituali

di Enrica Ciullo
In questo articolo cercherò di illustrarti come l’ansia nei bambini a volte può manifestarsi in forme molto particolari che possono mettere i genitori alla prova nel capire la differenza tra normalità e disturbo.
Vorrei cominciare specificando che l’ansia è in generale una sorta di silenzioso malessere e la maggior parte delle persone che ne soffre tende a nasconderla.

Nei bambini può esprimersi con sintomi diffusi o specifici, può essere proiettata sulle relazioni sociali, può avere come oggetto il corpo oppure la mente e i suoi pensieri reali o irrazionali.
Sai bene che è impegnativo essere genitore di un bambino ansioso proprio perché a volte non sei  in grado di capire quale sia l’origine del suo timore. Il bambino percepisce una sensazione di pericolo imminente che minaccia il suo stato di benessere.

Nei bambini piccoli l’ansia può presentarsi con disturbi dell’alimentazione e del sonno, irritabilità e agitazione, difficoltà a separarsi dal genitore. Sono bambini che tendono ad essere poco esplorativi nel gioco e possono assumere dei comportamenti controllanti.

In età scolare l’ansia comporta anche una difficoltà di concentrazione, affaticabilità, preoccupazione del giudizio degli altri, perfezionismo, comportamenti compulsivi, lamentele somatiche. In questa fase possono essere presenti anche sentimenti depressivi che insieme all’ansia influenzano l’ apprendimento.

 In generale il bambino che soffre di ansia si sente insicuro riguardo alla proprie capacità, è molto diffidente e ha paura di essere sopraffatto dalle proprie emozioni. Ma affrontiamo adesso l’argomento dell’articolo.

Forse ti sei chiesto molte volte perché tuo figlio non esce di casa se non ha  spento e riacceso l’interruttore un numero preciso di volte, oppure perché ogni volta che rientra in casa si lava ripetutamente le mani e mostra un’eccessiva preoccupazione dello sporco, oppure perché evita di toccare i giochi degli altri bambini o di andare a casa di questi ultimi, oppure perché riordina e ricontrolla le sue cose in maniera ossessiva come un rituale fino a che gli oggetti non sono posizionati  in modo “giusto”; ecc.

In una certa misura i comportamenti ossessivi sono normali nei bambini (come non calpestare le righe, contare tutti gli scalini, le mattonelle, ecc.);  quando però questi comportamenti diventano molto invasivi e fastidiosi tali da bloccare lo svolgimento delle azioni quotidiane o un rallentamento delle stesse, bisogna considerarli da un’altra prospettiva.

Questi bambini infatti trascorrono molto tempo in attività che richiederebbero normalmente pochi minuti.

Sono in qualche modo “intrappolati” in queste idee ossessive di contaminazione, ordine, controllo, accumulo, superstizione che si intromettono in maniera indesiderata e senza apparente motivazione contro la volontà del bambino. Sono accompagnati da un sentimento d’ansia (indotto dal contenuto dell’ossessione stessa).

I comportamenti ripetitivi (ad es. lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (ad es. contare, ripetere parole mentalmente, ecc.) sono messi in atto dal bambino quasi in modo obbligato in risposta ad un’ossessione, a prevenire l’ansia o il disagio o prevenire alcuni eventi o situazioni temuti. Va da sé che “questi comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o a prevenire, sono chiaramente eccessivi.” (APA, DSM-5)
I bambini piccoli possono non essere in grado di articolare le ragioni di questi comportamenti manifestando una scarsa consapevolezza.

Quando le ossessioni e i rituali compulsivi causano un disagio clinicamente significativo e una compromissione del funzionamento in ambito sociale o in altre aree importanti, quando i membri della famiglia involontariamente assecondano la sintomatologia diventando parte dei rituali, possiamo parlare di un disturbo ossessivo compulsivo meglio conosciuto con l’acronimo DOC.

Nella maggior parte dei casi coinvolge in numero maggiore i maschietti e può manifestarsi in compresenza di un disturbo da deficit di attenzione/iperattività e/o disturbi dell’apprendimento.

Alcuni suggerimenti per i genitori:

  • È importante non etichettare il bambino come uno che fa “cose strane”
  • Non assecondare il bambino nel rituale
  • Non minimizzare il problema ma consultare uno specialista quando i  comportamenti si manifestano con una frequenza tale da invalidare e limitare il bambino e la famiglia nelle attività di vita quotidiana.
  • Evitare di negare ma parlare del doc come di qualcosa esterno a lui che lo spinge a fare le cose, magari dandogli anche un nome buffo come “brainbug” , baco della mente!

 

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Mi e’ piaciuto molto. breve ma saustivo e chiaro anche per chi non e’ professionusta! grazie delle indicazioni.

Complimenti, è un argomento da diffondere a macchia d’olio. purtroppo è un problema molto diffuso, e poco compreso dai genitori e Docenti. Suggerisco di diffonderlo. Complimenti per la sinteticità con cui è stato esposto.

Grazie… Ne avevo proprio bisogno …dovrebbero esserci anche articoli anche su adolescenti…17/18 anni grazie

Ottimo articolo, gradirei riferimenti anche sulla evoluzione di questo disturbo. Sono un insegnante di scuola superiore di primo grado e ogni anno abbiamo sempre più alunni Con DSA!

Salve, grazie per l’attenzione che mostrate ai vari aspetti che nella vita scolastica si incontrano, articolo molto interessante, esaustivo e non prolisso. grazie ancora continuate a sottoporci gli articoli così interessanti e buon lavoro,

articolo breve, chiaro e soprattutto utile. Grazie

Buon giorno, questo articolo è molto interessante potrei condividerlo nel nostro sito?
o copiare il vostro link?
Saluti da una mamma e educatore
Susi

Buongiorno Susi. Si puoi condividere certamente, inserendo il link al nostro sito. Grazie

Gradito articolo, come insegnante e genitore …grazie mandate pure altre informazioni

Grazie per quanto scritto vorrei saperne di più

Articolo esaustivo e di facile comprensione che approfondisce i problemi e le difficoltà che incontrano i bambini che vivono in questo stato d’animo. Grazie, continuerò a leggere i vostri preziosi articoli-

L’articolo è esaustivo, interessante non sapevo della ripetizione di rituali in riferimento a bambi ansiosi. Grazie Monica.

I Disturbi d’ansia sono, purtroppo, spesso sottovalutati sia quando vengono esperiti dagli adulti sia che vengano vissuti dai bambini. Prendere coscienza dell’importanza di questa costellazione sintomatica è il primo passo verso una presa in carico del disturbo, che nei bambini causa conseguenti compromissioni in diverse aree importanti dello sviluppo. Questo articolo mi è piaciuto particolarmente, perché tocca dei punti fondamentali in maniera sintetica ma mai superficiale, offrendo una panoramica concreta del disturbo e delle attenzioni di cui necessita.

Dov’è possibile approfondire l’argomento? Ne vedo anch’io di bambini così, ma il problema è che i genitori non se ne accorgono, pensano sia una fase quando invece potrebbe essere qualcosa di più.

Sono mamma e insegnante ,questo articolo è molto interessante.Grazie

PERFETTA LA DESRIZIONE SEMBRA PARLARE DI MIO FIGLIO

Grazie! I vostri articoli sono sempre molto chiari e utili. Continuate così!

Articolo piacevole scorrevole e di facile comprensione …. Sono sempre interessata a questo tipo di disturbo e altri come iperattività das autismo e disabilità intellettiva grazie e complimenti!!!

Da madre e insegnante, ritengo questo articolo davvero interessante. Se da mamma è, tra virgolette, più semplice rendirsi conto se il proprio figlio è affetto da tale disturbo, da insegnante è sicuramente più difficile a causa di classi spesso troppo numerose e dalla necessità di portare avanti velocemente i programmi ministeriali.

Complimenti per l ‘articolo. Mi consigliereste qualche libro dove possa trovare qualche strategia d ‘ intervento?

Sono e una mamma e un insegnante ,i vostri argomenti sono ottimi sintetici ma molto chiari ,grazie x la vostra attenzione alla vita scolastica .

Salve. .articolo molto utile. Vorrei una precisazione rispetto a “Non assecondare il bambino nel rituale”.cosa si intende?

Buonasera Cinzia, sarebbe utile non entrare nei rituali del bambino, soprattutto se coinvolgono altre persone. Ad es.: se il bambino vuole che la mamma conti inseiem a lui le mattonelle per 50 volte, è bene non assecondarlo, perchè in questo modo gli confermiamo l’idea che è necessario fare i rituali perchè non avvenga niente di male. Se invece ci mostriamo tranquilli nel non assecondarlo, anche se inizialmente si sentirà agitato, pian piano realizzerà che se chi gli vuole bene crede realmente nel fatto che non può succedere nulla di male, se non rispetta i rituali, prima o poi si tranquillizzerà a sua volta.

La ringrazio per la precisazione.

salve interessante l’articolo ma vorrei sottoporvi un caso specifico.
Mio figlio che tra un mese compierà 3 anni,da circa un’anno un’ossessione nei confronti della mamma ma soprattutto verso scarpe,trucchi rossetto etc.
addirittura si ferma per strada se nota un paio di scarpe che gli piacciono .(e non è solo questo) si imbambola. oltre che all’improvviso comimcia a fare umo scambio di ruolo, lui diventa la mamma e la mamma diventa la figlia. sapreste darmi qualche spunto?

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