DSA e prerequisiti. Il ruolo della scuola dell’Infanzia
Per imparare a leggere, scrivere e far di conto, un bambino deve imparare prima una serie di operazioni preliminari che possono essere potenziate sin dalla scuola dell’infanzia. Parliamo dei prerequisiti dell’apprendimento, che possono essere catalogati in 5 aree generali:
- analisi visiva
- lavoro seriale da sinistra a destra
- discriminazione uditiva e ritmo
- memoria uditiva sequenziale e fusione uditiva
- integrazione visivo uditiva
- globalità visiva
Analisi visiva. E’ una competenza che consente al bambino di distinguere se due forme sono uguali oppure diverse. E’ fondamentale per apprendere, poichè è alla base della corrispondenza grafema-fonema e della sintesi visivo-uditiva. Ad esempio: per riuscire a distinguere tra d e b, il bambino deve, appunto, analizzarle visivamente per coglierne le differenze. In questa competenza, entrano in gioco anche le abilità spaziali, che gli permettono di essere sensibili all’orientamento della gobba a destra o a sinistra.
Come potenziare questa competenza? gli esercizi visivi in cui il bambino, deve ad esempio, trovare le differenze in 2 disegni simili o distinguere tra cosa è più grande e cosa più piccolo, sono molto utili per potenziare questo prerequisito.
Lavoro seriale sinistra destra. Riuscire a distinguere tra destra e sinistra e soprattutto riuscire ad immaginare un percorso da destra a sinistra, è una competenza fondamentale per poter poi leggere e non solo. Come potenziare questa competenza? L’insegnante di scuola materna può aiutare i bambini a potenziare questa competenza, organizzando giochi in cui devono riconoscere destra e sinistra, come “Alzare la mano destra quando dico Estate, alzare la mano sinistra quando dico inverno”, oppure proponendo delle figure in cui bisogna tracciare un percorso che va da sinistra a destra, ad es.: “In questo disegno traccia il percorso che babbo natale deve fare per arrivare a portare i doni nella casa di Giovanni”.
Discriminazione uditiva e ritmo. Questa competenza è utile per imparare a distinguere porzioni sempre più piccole di parole e la ritmicità propria delle parole stesse, riuscendo quindi a decodificare i fonemi per poi tradurli più facilmente in grafemi. Come potenziare questa competenza? Tutti i giochi o le attività basati sulla percezione e la riproduzione di ritmi, che prevedono cadenze ed intensità diverse, potenziano questa competenza. Una attività potrebbe prevedere, ad esempio, di “associare” determinati ritmi ad immagini più grandi o più piccole, a seconda che siano ritmi più veloci o più brevi, più forti o più pacati. Ad es.: “Quando vedi la pallina più grande batti “forte” la mano sul tavolo quando vedi la pallina piccola batti “piano”.
Memoria uditiva sequenziale e fusione uditiva. Questa competenza permette al bambino di conservare il giusto ordine di una serie di fonemi, per poi fonderli correttamente.
Come potenziare questa competenza? Tutte le attività di ordinamento di sequenze o riconoscimento di un “pezzo di storia” in una serie di immagini, mentre la si sta raccontando, sono utili a potenziare questa competenza. Se si utilizza il riconcoscimento visivo, ad esempio, di immagini relative ad una storia, è bene aver lavorato prima sulla discriminazione visiva.
Integrazione visivo uditiva. Questo è un prerequisito particolarmente importante per la lettura, utile soprattutto alla corrispondenza grafema fonema, che per essere realizzata pressupponte la capacità di integrazione di un grafema (livello visivo) con il corrispondente suono associato (livello uditivo).
Come potenziare questa competenza? Tutte le attività in cui il bambino è invitato a indicare a quale immagine si riferisce un suono, potenziano questa competenza. Ae es: riconoscere l’animale che viene nominato, per poi passare ad un riconoscimento sempre più specializzato, ad esempio, di lettere, poi di sillabe, poi parole ben precise.
Globalità visiva. Questa competenza è utile affinchè il suono e il significato di una parola siano evocati a partire dall’informazione visiva (vedo scritta una lettera o una parola e ricordo il nome di quella lettera o di quella parola).
Come potenziare questa competenza? Per stimolare la percezione globale delle caratteristiche visive delle parole, si può invitare il bambino a tracciare il contorno di determinate parole, stando attenti alle gambette delle lettere oppure a quelle lettere che si allungano verso l’alto (ad esempio: “p” ed “l”). L’esercizio inverso, consiste nel proporre al bambino dei quadrati vuoti che riproducono la “forma” della parola finale (quindi un quadratino allungato in basso per la p, un quadratino allungato in alto per la l), all’interno della quale il bambino deve scrivere le singole lettere che compongono la parola stessa.
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Trovo molto utile l’articolo e ritengo che dovrebbero essere puntualmente aggiornati gli educatori di scuola dell’infanzia e gli insegnanti di scuola primaria su queste tematiche. Apprezzo in particolare gli esempi di attività che andrebbero ulteriormente incrementati. Ritengo che il riconoscimento destra/sinistra non sia molto agevole nella 2^ infanzia: penso sia preferibile proporre più che il 1° esempio di attività (“Alzare la mano destra quando dico Estate, alzare la mano sinistra quando dico inverno”), soprattutto il 2° “In questo disegno traccia il percorso che babbo natale deve fare per arrivare a portare i doni nella casa di Giovanni”.
Bravaaaaaaa. Son tutte attività importantissime prima che il bambino impari a leggere. Oggi, invece, accade il contrario: prima iniziano a scrivere nella scuola dell’infanzia e poi, quando arrivano in terapia, imparano a lavorare sui prerequisiti.
l’articolo è interessante, però non sono d’accordo con tina perchè io lavoro nella scuola dell’infanzia e non mi sogno neanche di insegnare prima a scrivere che a lavorare sui prerequisiti!!! anzi,posso dire di aver utilizzato anche dei testi che permettono attività sul linguaggio metafonologico e infatti svolgo puntualmente ogni anno un laboratorio sul linguaggio e sui prerequisiti per i bambini di cinque anni.
davvero molto utile!!!!
Grazie. Ritengo l’articolo utile per un riflessione in sede di programmazione.
Buongiorno,
nella prima voce analizzata vorrei permettermi di aggiungere un lavoro fondamentale per sviluppare la competevanza visiva: utilizzo del corpo!
Cioè devo far provare le sensazioni visive e le cose viste dal bambino anche dal punto di vista dell’esperienza motoria, intesa sia come motricità fine e grossolana.
Ad esempio: il ditino che riproduce la lettera d o b nella cassetta di sabbia, oppure tracciare con le dita intinte nella tempera la lettera su di un foglio; meglio ancora se la cosa avviene con un lavoro a coppie e a occhi chiusi dove chi esegue traccia la lettera sulla schiena o sulla manina del compagno/a (colui che riceve) e poi viceversa.
Grazie Elena! Contributo utilissimo! Rispetto all’eesercizio di far seguire la lettera con il ditino, io utilizzo attualmente delle applicazioni per ipad e tablet molto utili, poiche’ quandonil bambino sbaglia, emettono un suono, quando riesce compare una stellina! Grazie ancora!
E’ vero che sul tablet o ipad è immediato il feedback, ma non rilascia le stesse sensazioni che si percepiscono con il tatto del dito sulla sabbia o meglio ancora il toccare/maneggiare il compagno, tanto più che viviamo in una realtà dove la relazione, il contatto, la fiducia verso i pari sono elementi sconosciuti.
Assolutamente d’accordo Elena, la manualità fine va sempre preferita agli strumenti digitali laddove è possibile. Credo che tutto possa essere utile se utilizzato con criterio e mai in maniera assoluta, ma sempre affiancato da una varietà di strumenti diversi.
Questo articolo è molto utile anche perché prevenire è sempre meglio che” curare”. Non dimentichiamo che i bambini a questa età sono spugne.
Da insegnante di Scuola dell’Infanzia condivido pienamente e oserei anche proporre una riflessione perché mi ritrovo a discutere spesso con l colleghe della Scuola dove lavoro che passano direttamente alla scrittura obbligando gli alunni…quante cose vengono prima????
Molto interessante, poiché propone sotto forma di gioco esercizi semplici ma mirati a organizzare le esperienze senso-percettive dei bambini.
Utilissimo….si deve divulgare il più possibile soprattutto per le educatrici di scuola dell’infanzia che dovrebbero aiutare il bambino a sviluppare e rafforzare tali prerequisiti!!! Grazie
Utile sintesi dei prerequisiti per l’avvio alla letto-scrittura. Purtroppo, come già sottolineato da altri precedentemente, alla scuola dell’infanzia o non si lavora affinché si raggiungano questi prerequisiti oppure si insegna a scrivere senza potenziare le competenze necessarie
Scusa ma dipende da che scuola frequenta,io da educatrice della scuola dell’infanzia ho sempre fatto questi giochi con i bimbi…e non ho mai insegnato nè a leggere nè a scrivere, queste sono competenze che dovrebbero acquisire alla scuola primaria!!!
bravissima….sono un formatore universitario e conduco corsi sui Bes da qualche tempo. Devo riconoscere che ha colto gli indizi piu’ significativi, per realizzare una diagnostica efficace.
Ma supportare famiglia e docenti con uno screening non sarebbe male.
Ad maiora
Dott.ssa Forina M
Interessantissimo. E’ sempre più frequente trovare bambini in prima che non hanno i prerequisiti necessari per affrontare i percorsi di apprendimento.
grazie per avermi inviato l’articolo che è molto interessante, i prerequisiti sono fondamentali, di questo valore si sta riscoprendo l’importanza. Io ho 52 anni e ricordo che oltre a tutto il lavoro/gioco fatto alla materna era abitudine anche in casa occupare il tempo dei bambini/e con piccoli lavori manuali di colore ritaglio, colla ecc. Queste abilità e abitudini si sono quasi perse in famiglia, se ne dovrebbe tenere conto negli aggiornamenti degli insegnanti sia di materna che di primaria e attraverso la scuola mandare il messaggio anche alle famiglie. Sono utili gli esempi, grazie, anche io come la Sig. Elena penso sia utile e divertente per i bimbi l’utilizzo della motricità sia fine che grossolana per lo sviluppo delle competenze visive.
Ritengo l’articolo utile e da approfondire
Grazie dell’articolo efficace e sintetico . Purtroppo nella scuola non si formano i docenti in maniera adeguata, i prerequisiti da sviluppare nell’infanzia sono alla base del successivo passaggio alla primaria ma…quanti docenti effettuano in maniera adeguata questo percorso didattico-educativo? Lo sviluppo senso-percettivo , la motricità fine e dinamica,i concetti spaziali da sviluppare con il corpo toccando, manipolando, provando per ipotesi e rielaborare per sviluppare un mente logica e pratica spesso non si attua o semplicemente non si conosce! Gli esempi riportati nell’articolo sono molto sempljci ed attuabili, ampliabili col colore, musica, immagine, basta aggiungere ad es.per la Dx e Sx rosso mano Dx, verde Sx ecc, la musica ritmata da sola conduce i bambini al movimento. È piacevole vedere come con semplicità e giocosità si arriva al requisito. Gioco logico, percorsi, immagini, manipolazione di ogni materiale, fare palline, serpentelli che si trasformano in segni, lettere, forme, volti, sono più esplicativi di altre attività.
Carissima Anna,
bellissimo e brava!!!
Trovo l’articolo davvero interessante, anche se (a parer mio) tra le operazioni preliminari per raggiungere o acquisire i prerequisiti per l’apprendimento io inserirei anche una certa forma di coordinazione oculo-manuale o integrazione visivo-motoria. Considero importante l’abilità/capacità di far funzionare insieme o far conseguire ad una percezione visiva un’adeguata azione delle mani per eseguire determinati movimenti/gesti, necessari per una corretta coordinazione e, nel caso specifico, propedeutici per il corretto apprendimento dei prerequisiti di base per l’ambito scolastico.
La coordinazione oculo-manuale è anche frutto di un lavoro di elaborazione ed organizzazione delle informazioni spazio-temporali, anche queste fondamentali per un futuro corretto apprendimento scolastico
Ciao
Condivido tutto ciò che viene suggerito da te e da altri interessati all’argomento, ma prego tutti di non sollecitare l’acquisizione della letto-scrittura alla scuola dell’infanzia. Insegno alla primaria e in prima, ad ogni nuovo ciclo, mi ritrovo con alunni che sanno decodificare le parole e quando devono scrivere pensano di saperlo già fare e fanno tanti errori che, alcune volte, sono consolidati e risulta difficile rimuoverli. Molti non sanno lavorare occupando in modo adeguato lo spazio sul foglio di lavoro (ovviamente per l’età e per il prerequisito di base), perdono tutto il materiale, non sanno organizzarsi quando si devono vestire, lavare le mani, soffiare il naso… Mi ritrovo a dover fare con alcuni l’ultimo anno della scuola dell’infanzia, con altri la prima ma con un lavoro differenziato per prevenire eventuali DSA e con altri la prima “normale”. E’ ovvio che ogni mia classe è una pluriclasse ma i tempi sono sempre più brevi e la quantità di cose da fare è sempre maggiore. Le famiglie non capiscono che i bambini hanno i loro tempi e che devono essere rispettati! Sai che i genitori fotografano con il cellulare i quaderni dei figli e li confrontano con quelli di altri bambini inviandosi messaggi con WhatsApp?
Penso sia utile procedere, in ogni ordine di scuola, a piccoli passi, altrimenti saranno sempre di più gli alunni con diagnosi DSA e iperattivi. E’ un mio modesto parere ma sono una docente che desidera tanto uno psicologo all’interno della scuola. Buon lavoro a tutti.
Condivido pienamente…sono nella tua stessa situazione.
Interessante… consiglio di leggere il PROTOCOLLO DI INTESA PER LE ATTIVITÀ DI
IDENTIFICAZIONE PRECOCE DEI CASI SOSPETTI DI DSA (REGIONE DEL VENETO e UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO) è davvero ricco di molte indicazioni per interventi mirati proprio nella scuola dell’Infanzia.
GRAZIE davvero di <3!!!
Gent.ssima Anna La Prova, grazie per questo ulteriore contributo che sintetizza e focalizza l’attenzione sui punti fondamentali per l’intervento sui DSA. La scuola dell’infanzia ha un ruolo molto importante nel consegnare e strutturare nei bambini i prerequisiti per gli apprendimenti successivi. Sicuramente si può fare di più attraverso una formazione in campo, più assidua e efficace, ma tanto già si fa in questo grado scolastico ingiustamente bistrattato .
Cordiali saluti
Giulia Spiga
Grazie è molto utile!
Articolo molto interessante, anche per chi come me insegna nella secondaria di primo grado, poichè risulta molto utile sapere cosa accade nella mente del bambini quando incomincia ad apprendere la letto-scrittura e soprattutto cosa cpita nella mente di coloro che poi noi riconosciamo essere affetti da DSA.
Paola
Molto utile, chiaro ed interessante come articolo.
I miei complimenti.
Ritengo molto utile l’articolo sui pre- requisiti. Infatti, già alla scuola dell’infanzia attraverso il gioco i bambini possano aver padronanza di importanti capacità e competenze. Grazie ed è un piacere ricevere gli aggiornamenti
Grazie ritengo che l’articolo sia veramente interessante!
Grazie per questo articolo, utilizzerò questi accorgimenti quando lavorerò con bambini della scuola dell’infanzia, grazie 🙂
Grazie, l’articolo conferma le mie convinzioni da anni. Credo che i prerequisiti siano fondamentali.
Mi sembra faccia riferimentio alle prove criteriali Cornoldi che ritengo sempre molto utili.
Me lo confermi?
Grazie di cuore
Bruna
Grazie mille Anna!
Come sempre fornisci argomenti utili alla riflessione ed all’applicazione concreta.
Concordo con quanto dice Patrizia sull’importanza di un lavoro oculo-manuale che supporta molti degli apprendimenti successivi alla scuola dell’infanzia. Aggiungerei come attività da svolgere per favorire questa abilità/capacità il ritaglio della carta, attività per nulla banale.
Grazie, questo articolo conferma il mio pensiero. Credo che i prerequisiti siano fondamentali.
Molto utile il tuo parere e quello dei colleghi dell’infanzia. Io utilizzo il tuo articolo anche per la facilitazione coi bambini non italofoni.Le 5 attività della pre-requisiti sono una buona base di partenza .
Articolo molto interessante (come tutti), utile per riflettere e, visto i pochi aggiornamenti che gli istituti organizzano, per autoaggiornarsi. Grazie
Articolo sintetico, ma estremamente chiaro e interessante.
Mi ero sempre chiesta quali esercizi è possibile fare alla scuola dell’infanzia perchè poi arrivino alla scuola primaria in grado di orientarsi sullo spazio-foglio, e, per quanto possibile, pronti ad affrontare l’acquisizione della letto-scrittura. Con questi consigli preziosi che tu, Anna, ci hai dato, penso sarà più facile riflettere con le colleghe dell’infanzia di questo argomento.
Grazie!
Articolo, molto interessante, i prerequisiti sono di fondamentale importanza nell’apprendimento.
SUPER!
Salve,
questo articolo è molto interessante e fa molto riflettere sull’importanza della scuola dell’infanzia nella crescita dei nostri alunni della scuola secondaria di 1°.
Elisabetta
Grazie, molto interessante, anche per chi come me insegna nella secondaria di primo grado, molto utile sapere cosa accade nella mente del bambino quando incomincia ad apprendere la letto-scrittura e soprattutto nella mente di coloro che riconosciamo essere affetti da DSA. Ritengo molto utile l’articolo sui pre- requisiti per riflettere e, visto i pochi aggiornamenti che gli istituti organizzano, per autoaggiornarsi. Grazie ed è un piacere ricevere gli aggiornamenti
Molto, molto bello! Sarebbe interessante approfondire i DSA nelle scuole di ogni grado.
Grazie
Articolo mto interessante insegno nella scuola secondaria di un istituto comprensivo passerò alle colleghe che utili indicazioni
Sono insegnante di scuola primaria e da diversi anni io e le mie colleghe ci confrontiamo sull’importanza dei prerequisiti utili ai bambini per apprendere la letto-scrittura. Ma è un argomento tabù da affrontare con le colleghe di scuola dell’infanzia. Ma si può continuare così?
Sono assolutamente convinta che Lei abbia colto nel segno!!
Personalmente non solo credo che sia giusto ma l’ho sperimentato con la scuola Staineriana che hanno frequentato le mie figlie, dove si inizia a scrivere con la penna stilografica in terza elementare dopo aver fatto un importante percorso di preparazione all’uso delle mani .
Grazie, divulghi il più possibile la sua esperienza, la stimo e ammiro.
Sono sempre pi convinta che esercizipsicomotori, giochi di movimento sono utilissimi, specialmente negli anni della scuola dell infanzia per raggiungere i prerequisiti.
L’ARTICOLO è MOLTO INTERESSANTE,I PREREQUISITI COSTITUISCONO LA BASE DEI FUTURI APPRENDIMENTI,DICIAMO CHE è COME COSTRUIRE UN EDIFICIO …SE NON CI SONO LE FONDAMENTA SOLIDE …..PER LE ATTIVITA RICORDIAMOCI CHE I BAMBINI DELLA SCUOLA DELL INFANZIA HANNO BISOGNO DI SPERIMENTARE QUINDI VIA LIBERA AI GIOCHI DOVE POSSONO SPERIMENTARE PRINCIPALMENTE CON IL PROPRIO CORPO…..
Ciao sono. Angela ,docente di scuola dell’infanzia ho trovato molto interessante l’articolo, e ti ringrazio dei suggerimenti citati nell’articolo.Avevo bisogno di capire alcune cose a me poco chiare. Grazie!
Articolo davvero molto interessante come tutti i contributi che date sulle diverse difficoltà che noi insegnanti incontriamo in classe nel rapporto con l’alunno.Sono referente dsa e quando mi acccingo a fare screening ai bambini di 5 anni della scuola dell’infanzia nella mia scuola valutando la competenza metafonologica , che ha in sé tutti i prerequisiti detti nell’articolo,mi rendo sempre più conto che pochi sono i docenti che effettuano in maniera adeguata questo percorso didattico-educativo.Poi a noi docenti di scuola primaria tocca fare tutto quanto non è stato fatto a tempo debito ….purtroppo…… soprattutto per i piccoli.Grazie di tutto!
Grazie, molto interessante. Sono una vecchia maestra di primaria, che ha avuto la fortuna di lavorare x alcuni anni nel ruolo della materna, in una scuola dove si allenavano i bimbi ai prerequisiti. Ho sempre ritenuto, da allora, che tt le maestre diprimaria avrebbero dovuto fare un tirocinio in tale ordine scolastico, xche illuminante.
Solo poche settimane fa hoscoperto cheno tutte le sc dell’infanzia sono così. Che delusione!!!
Mi dispiace non concordare con Anna x qnt riguarda far lavorare i bimbi al tablet: a questa età devono conoscere il proprio corpo, non èsostituibile con un pezzo di plastica e fili.
Questo detto da una Webmaster!!!
😀 😀 😀
Articolo utilissimo, grazie. Purtroppo siamo in un momento in cui pochi insegnanti hanno voglia di sperimentare, conoscere, provare. Nella mia scuola siamo in pochissimi a seguire corsi e iniziative di formazione e dibattiti…scusate il piccolo sfogo.
Veramente molto utile..sono un insegnante di scuola dell’infanzia e molte volte le mie colleghe pensano che la prescrittura sono le lettere e non sanno neanche cosa significa prerequisiti. ..grazie per il tuo lavoro!
Articolo utile! se possibile gentile Anna La Prova potresti inviarmi una bibliografia su libri e manuali circa i prerequisiti e magari schede o test per la valutazione preliminare. Ne sarei davvero grata!
Comunque in generale grazie per il lavoro che fate sul Vostro sito.
Grazie, l’articolo è molto utile. Mi chiedo , a questo proposito, cosa possono fare i genitori per aiutare i bambini a potenziare la loro capacità di concentrazione, di attenzione ai fini di una migliore percezione visiva e a tutto ciò che può servire come prerequisito. E’ giusto quando sono a casa lasciarli solo giocare o vale la pena abituarli piano piano anche ad attività che richiedono maggior concentrazione? Attualmente le sezioni di scuola materna hanno un numero di alunni elevato e spesso le insegnanti devono concentrarsi su aspetti legati al sé e alle relazioni perché ogni bambino è un caso unico con i suoi problemi . Talvolta certe attività vengono trascurate…per ragioni le più diverse.
grazie per avermi segnalato questo articolo, farò buon uso dei consigli
Articoli interessante e utile grazie agli esempi pratici….fa bene ricordare che i prerequisiti sono tali…..la scrittura viene più semplice se questi sono ben interiorizzati
Articolo utile e interessante. Grazie.
grazie, interessante. attendo altri suggerimenti.
Grazie,articolo conciso ma molto chiaro,finalmente qualcosa di concreto.Sono insegnante della scuola dell’infanzia,ma a differenza di mariagiovanna,ho lavorato anche nella primaria,ed è stato illuminante anche in questo caso perché ho capito quali fossero le priorità e su cosa bisognasse lavorare;il problema di oggi è proprio l’ansia di fare “di più”e si tralasciano esperienze ritenute facili scontate ma che sono,invece,importantissime.Bellissima l’idea di fare degli esempi concreti,tante volte ci riempiamo di belle parole,ma concretamente non sappiamo che fare.Concordo con chi ritiene che ci sia bisogno e di continuo aggiornamento e di collaborazione tra colleghi.Con la speranza di leggere presto altri articoli del genere,le porgo i miei saluti!
Salve!
Molto utile e chiaro questo articolo!
Lo porterò con me mercoledì all’incontro per la continuità tra scuola dell’infanzia e scuola primaria!!!
Patrizia
Io nella scuola dell’infanzia penso prima di tutto ai prerequisiti, concetti topologici per cui ritengo fondamentale e importantissimo ciò che è scritto nell’articolo grazie Silvana
Grazie Anna, i tuoi articoli sono sempre interessanti e stimoli di riflessione per il nostro lavoro quotidiano.
I prerequisiti nella scuola dell’infanzia vanno attenzionati poiché spesso rappresentano segnali di allarme, predittori di possibili disturbi specifici
Un buon lavoro di continuità tra i due ordini di scuola, infanzia e primaria, potrebbe favorire un’azione preventiva di potenziamento per lo sviluppo della lettoscrittura.
Ancora Grazie!